Dal 15 dicembre ’08 al 31 gennaio ‘09 - Presso Studio Arkè – Via Matteotti, 239 – Locri (Rc)
La collaudata abilità di maestro ceramista favorisce la creatività di Enrico Meo nelle forme, nell’adattamento degli elementi pittorici, nella ricerca di codici innovativi, pur mantenendosi saldo il legame con la tradizione intesa come incontro di popoli e reciprocità delle culture.
Su mattoni, realizzati con la tecnica dell’engobbio, Meo ripropone la serie dello zodiaco presente nei mosaici pavimentali del duomo di Otranto. L’impianto figurativo medievale, con il suo stile essenziale, ben si adatta alla semplicità del supporto, mentre l’uso esclusivo di due colori, il nero e il rosso mattone, produce l’impatto visivo della ceramica vascolare greca.
Tecnica invetriata e graffito per i piatti, dove la ramina entra nell’aggiornamento espressivo, essendo utilizzata non come sfondo ma nelle vivaci composizioni pluricromiche che assecondano le curvature dei manufatti. Il segno pittorico, coinvolto nel processo innovativo, supera la funzione decorativa per costituire un linguaggio narrante; persino negli impianti vegetali di tipo arabo, estesi all’intera superficie, viene introdotta almeno un’immagine che evoca una storia, un mito, un evento.
Vittoria Butera
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