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Un Primo Maggio particolare

Per la festività del Primo Maggio, riproponiamo un pezzo sull'argomento pubblicato dal Quotidiano della Calabria il 3 maggio 2002.

“L’arte si è sempre interessata poco del lavoro, della dura fatica quotidiana di quei miliardi di uomini che col sudore hanno contribuito a costruire la storia del mondo, senza che la storia si sia mai ricordata di loro”. “Protagonisti dell’arte e della Storia i lavoratori non lo sono neanche oggi, ma la loro apparizione nell’Olimpo delle Muse non è più impedita dal pregiudizio di classe, sicché l’intuizione artistica può illuminare anche il volgo senza nome”.
L’artista Francesco Magli, di questa “illuminazione”, appena riportata da un testo critico di Alfonso Lorelli, si è sempre fatto artefice nella lunga militanza artistica. Magli ha “illuminato” la sua arte di gente comune, di gente umile, di lavoratori, il suo “zampognaro” e di recente il “pignataro” ne sono una viva testimonianza.
Così la giornata del Primo Maggio è stata un’attesa occasione per commemorare, finalmente, dopo qualche anno di pure “intenzioni”, i lavoratori in un modo davvero singolare, attraverso la distribuzione di un elegante brochure dedicata ad un umile lavoratore, al quale, a metà degli anni ’90 lo scultore aiellese aveva già dedicato tre tavole ricordo in terracotta – parte integrante del famoso museo all’aperto - posizionate di fronte alla chiesa di San Bartolomeo di San Pietro in Amantea. Il lavoratore omaggiato è Michele Veltri u nanariellu, “un lavoratore della terra morto qualche anno fa e sconosciuto al di fuori della piccola comunità locale”. Michele Veltri – come leggiamo ancora da Lorelli – “è stato un uomo di giornata, un bracciante agricolo che ha passato la sua intera esistenza insieme ad una zappa e ad una groccia, godendo soltanto di un mursiellu quotidiano e di un bicchiere di vino rosso” che per Magli rappresenta “il simbolo vivente di coloro che, pur naturalmente svantaggiati, lavorano in silenzio, con grande dignità ed umiltà…”.

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