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Francesco Magli, l'arte è un bene pubblico

Di Luciana De Luca (Fonte Il Quotidiano della Calabria del 30.10.08, pag. 50)
DONARE la propria arte perché possa coinvolgere e ammaliare. O più semplicemente parlare, usando linguaggi essenziali che arrivino il più lontano possibile. Con questo spirito Francesco Magli, pittore, scultore e conoscitore di uomini o cose, ha voluto donare al Comune da Castrolibero alcune sue opere realizzate su cartone, per "invadere" spazi collettivi e creare pause di riflessione sulla politica, sui valori dell'uomo, sui precipizi naturali della vita. Un monito, una speranza racchiusa in una vecchia bottiglia e abbandonata nelle acque di un oceano profondo.
Magli si muove tra Aiello Calabro, suo paese natale, e Milano, città dove vive e lavora da anni, dopo essersi formato all'Accademia degli Artefici di Brera sotto la giuda di Nicola Gianmarino per la Pittura, di Pippo Spinoccia per il disegno e di Raffaele De Grada per la storia dell’arte e la critica sociale.
Un artista alternativo che conserva nei suoi tratti e nella scelta di colori e materiali, l'umore deluso per la sua terra e la pregnante esperienza milanese, che lo porta a fare ricerca artistica e a immaginare un distacco ombelicale da una Calabria matrigna. Un dissidio interno che è ben visibile nelle sue opere pittoriche e  scultoree.
La terracotta gli serve per le sue grandi madri dai mille tentacoli che tengono ben stretti i figli di una terra avara, costretti da un tragico destino a levare l’ancora e salpare per mari lontani e sconosciuti.
I colori di Magli sono decisamente netti, quasi euforici. I temi trattati sono di grande attualità, la poetica resiste allo squallore della realtà rappresentata, qualche zampognaro invade scenari metropolitani, la contaminazione diventa stile, la comunicazione un bisogno essenziale.
Eppure Magli ha attraversato molte stagioni e in queste ha lasciato la sua impronta decisa. Basta entrare a San Pietro in Amantea, paese in provincia di Cosenza, per restare inebriati dalle nicchie create nelle vecchie case del centro storico, divenute per sua volontà piccoli palcoscenici dove resistono al tempo e ai capricci della natura figure in terracotta che guardano dall'alto la vita che  si presenta. Sono loro i protagonisti della scena e tutto ciò che avviene intorno, appare come un tentativo goffo e maldestro di richiamare l’attenzione astanti.
Magli è un artista generoso che ha sempre sentito forte il bisogno di condividere arte ed emozioni. Da questo nasce l’esperienza fatta con gli studenti di Aiello Calabro sulla manualità: terra grassa e fertile da calpestare, lavorare, plasmare, e fuoco rosso vivo per circoscrivere luoghi e persone nella materia. Anime imbrattate che emanano respiri profondi.

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